Perché sono andata a Mosca
Urania Logico - travel ITScelta a caso dal caso
Dunque, ho fatto due viaggi nella Federazione Russa quest’anno. Molti di voi mi hanno chiesto perché.
Verbalizzare perché ho deciso di andare proprio in questo periodo è impossibile, proverò ad evocare con qualche frase quella che è stata la spinta interna che mi ha portata lì. Ho sentito tutta la ruota delle emozioni, sono stata felice di poter cogliere un’occasione come questa nella mia esistenza. Un privilegio di cui ho scelto di godere, o perlomeno io la vedo così.
Certo, sarei potuta trasferirmi al mare, andare in un posto più alla moda, come già mi capitò. Anche quello sarebbe stato un privilegio, ma di quelli da torre d’avorio e self-branding. Sinceramente avevo gana di vivere qualcosa di più complesso di un master a Boston.
Costruire ponti e non muri
Devo ammettere che mi sono pensata -e mi sono anche guardata- come se fossi uno di quei personaggi famosi alla scoperta dell’Unione Sovietica. Ogni novità è stata nutrimento profondo che ha rafforzato lo spirito, e ogni dettaglio familiare è stato una serie di pianti infiniti.
È stato come indagare su un enigma passato, mentre raccoglievo eredità comunitarie dimenticate e le ridistribuivo. Segreti di famiglia, inaccessibili motivazioni e sentimenti già vissuti in una vita matrilineare precedente. È stato un dramma interno, più parlavo con le persone più mi rendevo conto che i miei antenati e cari defunti hanno ancora molto da dirmi e offrirmi. È stata una caccia alle benedizioni di una volta, da selezionare e riportare al presente. In una Mosca estremamente moderna e capitalista.
Nuova lingua nuovi pensieri
Il russo non è facile, ma è la lingua più difficile che mi viene facile apprendere. La mia pronuncia è buona, so far sorridere i russi e studiarla è per me una sorta di attivismo.
Ho sempre detto che non vedo l’ora di impiantarmi un chip nel cervello con vocabolari e lingue nuove. Mi sembrava inutile aggiungere una lingua oltre all’inglese e allo spagnolo, ma il fatto che sarei andata in un posto dove l’inglese non era poi così scontato ha reso necessario imparare almeno le basi per cavarmela da sola. Non che non abbia usato il traduttore ogni giorno, ma la differenza tra sapere indipendentemente e dipendere da uno strumento è stata tangibile.
È stato come sbloccare nuovi livelli di funzionalità cerebrale, proprio quando pensavo che dietro l’angolo ci fosse solo il declino cognitivo.
Più primavere
La neve mi mancava tantissimo. È stata una compagna che si è sciolta lentamente con me.